Commento al libro dell’Apocalisse

Commento al libro dell’Apocalisse

L’Apocalisse (dal greco Αποκάλυψις, Apokálypsis, “rivelazione, svelamento”) è l’ultimo libro della Sacra Scrittura, redatto in greco verso la fine del I secolo ed è l’unico testo apocalittico a essere stato incluso nel Canone delle Sacre scritture, sebbene questo genere fosse tipico di numerosi scritti circolanti nelle prime comunità cristiane, oltre che del libro di Daniele e di altri testi dell’Antico Testamento. Secondo una testimonianza interna al testo (1,9), l’opera sarebbe stata composta da un cristiano di nome Giovanni in seguito a una visione divina ricevuta sull’isola di Patmos. La Tradizione fa coincidere tale persona con San Giovanni apostolo, anche se alcuni studiosi hanno sollevato diverse critiche a tale identificazione, per presunte divergenze stilistiche con il quarto Vangelo. L’autore si rivolge ai cristiani perseguitati dall’imperatore Domiziano nell’81-96. A questi manda un messaggio di speranza secondo il quale si deve attendere il giorno della giustizia di Dio, il trionfo dei perseguitati e la sconfitta dei persecutori, sullo stesso destino del Cristo vittorioso e trionfante sul male e sulla morte.

L’Apocalisse quindi proclama un annuncio storico, legato ad una particolare situazione del momento, ma assume anche l’aspetto di un messaggio a carattere universale inerente l’intera storia della Chiesa e la supremazia di Dio sulle generali forze del male. Il libro si articola in una serie di visioni profetiche, spesso di difficile interpretazione, a causa del linguaggio criptico tipico del genere apocalittico, della fitta rete di simboli e immagini, dei numerosissimi riferimenti all’Antico Testamento. Ecco in sintesi le principali parti del libro dell’Apocalisse.

Le lettere alle sette chiese. Dopo la dedica e il saluto, Giovanni riferisce di aver ricevuto una visione (1,10-20) in cui Cristo, apparsogli in vesti sacerdotali e regali, Principio e Fine di tutte le cose, risorto dai morti, gli aveva ordinato di trascrivere le sue visioni e inviarle alle sette Chiese d’Asia. Ogni lettera è costruita seguendo lo stesso schema: Cristo entra in scena con il contrassegno di uno dei simboli presentati nella visione iniziale; giudica la comunità sulla sua fedeltà o i suoi cedimenti e termina con la promessa della vittoria finale.

Il libro dei sette sigilli. Dopo le lettere, lo scenario passa dalla terra alla visione del trono di Dio onnipotente. Attorno ad esso stanno ventiquattro vegliardi e quattro esseri viventi. Giovanni scorge nella mano di Dio un rotolo sigillato, contenente il destino del mondo. Nessuno è degno di sciogliere i suoi sette sigilli: solo l’Agnello immolato, simbolo del Cristo risorto, può aprirlo e svelarne i segreti. All’apertura dei primi quattro sigilli, compaiono quattro cavalieri, portatori di guerra, carestia e morte. Al quinto sigillo i martiri invocano il Signore chiedendo giustizia. L’apertura del sesto sigillo sconvolge l’universo. I segni cosmici descritti sono tipici della letteratura profetica per illustrare il giorno di Jahvè, ovvero il manifestarsi dell’ira divina. Tuttavia, una folla di 144.000 persone sono segnate sulla fronte per essere preservati dai cataclismi, in vista della vita eterna (7,9-17). Dopo l’apertura del settimo sigillo, vengono consegnate sette trombe ad altrettanti angeli, che si accingono a suonarle.

Le sette trombe. Le sette trombe hanno la stessa funzione dei sette sigilli, ma i giudizi che esse annunciano sono più severi. Essi, tuttavia, per quanto rigorosi, non sono totali, ma mirano a convertire gli uomini e ricondurli a Dio. Risultano però inutili (9,20-21). Dopo la sesta tromba c’è una pausa: due testimoni di Cristo, compiono il loro ministero profetico per tre anni e mezzo, prima di essere martirizzati a Gerusalemme, che per questo motivo è distrutta da un terremoto. Al suono della settima tromba compare nel cielo l’Arca dell’Alleanza: la sua apparizione rivela lo scadere degli ultimi tempi.

La Roma pagana e la Chiesa cattolica. Entra ora in scena il contrasto tra l’Impero romano e il popolo di Dio: nel cielo appare il segno grandioso di una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle. La mulier amicta solis è stata identificata da sempre con la Vergine Maria, anche se in essa si scorge anche la Chiesa perseguitata dalle forze del male: la donna è infatti insidiata da un enorme drago rosso, simbolo del diavolo che tenta di eliminare la donna e la sua stirpe (12,1-18). A sostegno del drago sorge dal mare una bestia, simbolo del potere politico avverso a Dio. Essa riceve il proprio potere dal maligno ed è in apparenza indistruttibile: seduce il mondo, ma non i cristiani (13,1-10). Una seconda bestia sorge dalla terra, simile all’Agnello nell’aspetto, ma al drago nella sostanza: simboleggia la falsa religione pagana. Questa bestia, indicata con il numero seicentossantasei, simbolo della limitatezza umana, inganna le genti e le spinge al culto dello Stato (13,11-18). Ma ecco giungere un angelo annunciante l’imminente caduta di Babilonia, divenuta, nell’Antico Testamento, simbolo di ogni impero politico opposto al popolo di Dio. Subito dopo il Figlio dell’uomo appare sulle nubi, pronto a giudicare l’umanità.

Giudizio e trionfo di Dio. Sette angeli versano sulla terra le sette coppe dell’ira di Dio, annunciando l’imminente Giudizio universale. L’ultimo di questi angeli mostra a Giovanni il crollo della Roma pagana, la nuova Babilonia, promotrice dell’idolatria e persecutrice dei cristiani. Sorge spontaneo il canto di trionfo dei martiri, inneggianti alle nozze dell’Agnello: si sta per compiere la mistica unione tra Dio e la Chiesa sua sposa (19,6-9). Cristo, il Verbo di Dio, seguito dalle schiere celesti, getta nell’Inferno le due bestie e rinchiude in catene il drago. Segue la risurrezione dei martiri e il ritorno di Cristo sulla terra in vista di un suo regno di mille anni in compagnia di essi. L’interpretazione letterale di questo passo (20,4-6), sostenuta dalle sette millenariste, è stata rigettata dalla Chiesa cattolica. Al termine dei mille anni, il drago è liberato per la sua sconfitta definitiva e il suo annientamento all’Inferno con le due bestie e i loro seguaci.

La nuova Gerusalemme e il compimento della Storia. Questo brano (21,1-8) racchiude tutto il messaggio dell’Apocalisse. Al termine della lotta tra il bene e il male, Giovanni ammira l’Universo rinnovato e la città santa, la nuova Gerusalemme, discendere dal cielo: si realizza la perfetta alleanza tra Dio e l’umanità e l’Emmanuele prende dimora tra gli uomini.

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CristoLa Chiesa vive di Cristo, Pane di vita e Parola di salvezza. Cristo, Pane di vita, lo incontriamo nella celebrazione dell’Eucaristia, nella liturgia che è via al mistero di Dio e che risplendendo per bellezza, sobrietà e semplicità ci offre la gioia dell’incontro e di vivere la comunione con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo e nel servizio verso i nostri fratelli.
Cristo, Parola di salvezza, lo incontriamo nell’ascolto della sua Parola, che ci raggiunge nella concretezza della nostra vita e ci consola, ci dà speranza e fiducia in noi stessi e negli altri. Leggere e meditare la Parola favorisce un’autentica conversione, promuove una rinnovata mentalità di fede che ci aiuta nel discernimento del bene dal male e ispira criteri di giudizio e scelte concrete.

Leggere il Libro dell’Apocalisse è occasione per crescere insieme attraverso l’ascolto della Parola di Dio, impegno a viverla nella quotidianità e testimoniarla nei luoghi della nostra esistenza. A differenza degli altri libri che vengono letti, la Bibbia ci legge dentro, dentro il nostro cuore e la nostra vita.

A seguire è possibile scaricare il commento relativo al testo dell’Apocalisse sviluppato in due anni di cammino. Il testo biblico e le note sono tratti dalla Bibbia CEI versione del 2008, il commento è tratto da: “L’Apocalisse: il mistero pasquale luce della storia”, catechesi di p. Pino Stancari, s.j., catechesi di p. Pino Stancari, s.j., a cura dell’Associazione “Maurizio Polverari”: http://www.incontripioparisi.it/lectiodivina/

COMMENTO AL LIBRO DELL’APOCALISSE

Introduzione

Prologo e visione inaugurale (1,1-20)
1,1-3 Beato chi legge
1,4-8 A Dio la gloria e la potenza
1,9-11 L’autore
1,12-20 La visione del Figlio dell’uomo

Giovanni alle sette Chiese dell’Asia minore (2,1-3,22)
2,1-7 Alla Chiesa di Èfeso
2,8-11 Alla Chiesa di Smirne
2,12-17 Alla Chiesa di Pèrgamo
2,18-29 Alla Chiesa di Tiàtira
3,1-6 Alla Chiesa di Sardi
3,7-13 Alla Chiesa di Filadèlfia
3,14-22 Alla Chiesa di Laòdicea

Visioni profetiche (4,1-5,14)
4,1-11 Il trono di Dio
5,1-14 Il libro dei sette sigilli e l’Agnello

I sette sigilli (6,1-8,1)
6,1-8 Apertura dei primi quattro sigilli
6,9-17 Apertura del quinto e del sesto sigillo
7,1-17 Il popolo di Dio
8,1 Apertura del settimo sigillo

Le sette trombe (8,2-11,19)
8,2-5 I sette angeli
8,6-13 Le prime quattro trombe
9,1-12 La quinta tromba
9,13-21 La sesta tromba
10,1-11 Il giuramento dell’angelo
11,1-14 I due testimoni
11,15-19 La settima tromba

La grande tribolazione (12,1-14,20)
12,1-18 La donna e il drago
13,1-10 La bestia che viene dal mare
13,11-18 La bestia che viene dalla terra
14,1-5 I redenti della terra
14,6-13 Tre annunci
14,14-20 Mietitura e vendemmia

Le sette coppe (15,1-16,21)
15,1-4 Il canto di Mosè
15,5-8 I sette flagelli
16,1-9 Le prime quattro coppe
16,10-21 Le altre coppe

Il giudizio (17,1-20,15)
17,1-18 La grande prostituta
18,1-24 Caduta di Babilonia
19,1-8 Canti trionfali
19,9-10 Beati gli invitati al banchetto di nozze dell’Agnello!
19,11-21 La vittoria del Verbo di Dio
20,1-15 Satana sconfitto

La nuova Gerusalemme (21,1-22,15)
21,1-8 Cielo nuovo e terra nuova
21,9-27 La città santa
22,1-15 La venuta del Signore

Epilogo (22,16-21)
22,16-21 Maranà tha