Omelia del vescovo Morosini

Omelia del vescovo Morosini

MorosiniCaro don Angelo,
Cari fratelli, tutto è grazia di Dio!

Anche se questa giornata l’hai scelta tu – il giorno del Sacro Cuore – avrebbe potuto essere una data che non andava bene per tutti, avrei potuto avere altri impegni… e invece è tutto coinciso. Il giorno del Sacro Cuore ha un significato particolare. Deve avere un significato particolare per te. Nella festa del Sacro Cuore noi festeggiamo il modo con cui Dio ha voluto entrare in contatto con noi, Gesù, che ha rivelato il suo amore, la sua misericordia, ci ha detto che Dio Padre è questo amore, è questa misericordia.

Giovanni oggi ci parla di Dio, e cosa ci dice? Che non siamo stati noi ad amare Dio, ma Dio ci ha amati per primo. E Paolo precisa: ci ha amati quando eravamo nemici. Capite? Quindi il Sacro Cuore è la rivelazione dell’amore di Dio, che è amore e misericordia. E come lo sappiamo? Guardate il crocifisso. Tutto quello che Gesù ha fatto nella sua vita non sono scelte etiche, morali. Tutto quello che Gesù fa è la rivelazione di Dio. Non compie ‘buone azioni’, Gesù rivela il volto di Dio. Ecco il sacro cuore! E ci dice una cosa straordinaria: che Dio ha amato l’uomo con gli stessi sentimenti dell’uomo. Per cui, quando noi pensiamo a Dio, non pensiamo ad un essere superiore di cui non sappiamo niente; quando pensiamo a Dio, pensiamo a Gesù, che ci ha rivelato il volto di Dio. E Gesù ci ha detto chiaramente che la sua è la missione della Chiesa. “Beati i misericordiosi…”. “Se io ho lavato i piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi l’un l’altro”.

Caro don Angelo, la festa del Sacro Cuore ci dice già cosa devi fare: “Imparate da me che sono mite ed umile di cuore”. La misericordia. E quanto più oggi questa parola diventa difficile da pronunciarsi (oggi la parola che domina la nostra cultura è: ‘giustizia’). Gesù ci ha detto: “Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli”. E quando la superiamo? Nella misericordia. Questa è la missione della Chiesa, del sacerdote. E questa missione la affermiamo con coraggio, nonostante le pressioni di una cultura giustizialista. Noi dal Vangelo non possiamo strappare le pagine della misericordia. Dalla nostra vita non possiamo togliere il crocifisso. Nella giustizia riparatrice noi costruiamo il grande edificio della misericordia di Dio.

Nell’Enciclica Dives in misericordia, in un passaggio verso la fine, il papa Giovanni Paolo II dice: Viviamo in un momento in cui la Chiesa fa fatica non solo a pronunciare, ma anche a pensare alla misericordia, al perdono. Ed è questo che deve fare la Chiesa: annunciare la misericordia di Dio. Inizia il tuo ministero di parroco in questa parrocchia all’insegna di questa parola. Che non significa non tener conto della giustizia, ma che, camminando nella prospettiva dell’una e dell’altra, tu sappia essere padre.

Che tu sappia che la Chiesa che Dio ti affida è amata.
Ciascuno è amato da Dio, fino in fondo.

Reggio Calabria, 27 giugno 2014

+ Giuseppe Fiorini Morosini

(Appunti pro manuscripto non rivisti dall’autore)