Venerdì 7 settembre, vigilia della solenne Processione dell’Icona della Madonna della Consolazione, abbiamo avuto la gioia di recarci come parrocchia in pellegrinaggio all’Eremo e l’onore di celebrare la S. Messa in onore di Maria Santissima.
Il caro mons. Angelo Casile, nostro parroco, ha presieduto l’Eucaristia, che ha visto la partecipazione di don Antonino Iannò, assistente spirituale dei portatori della Vara. La celebrazione è stata preceduta dalla preghiera del Rosario, guidato dal Coro della Divina Misericordia, che ha animato la divina liturgia dedicata a Maria Vergine Madre della Consolazione.
Nell’omelia, d. Angelo, a partire dalla Prima lettura (Isaia 61,1-3.10-11), ha sottolineato che è anzitutto Dio la consolazione del suo popolo Israele, che soffriva per l’oppressione dell’esilio in terra straniera. Dio, poi, si chinò pietoso sul suo popolo con la somma consolazione del genere umano che è Gesù, inviato dal Padre nel mondo, attraverso il “Sì” di Maria. Nella pienezza dei tempi, Dio inviò Gesù a consolare, «a portare il lieto annunzio ai poveri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi».
Maria è la Madre della Consolazione, che è Gesù. Maria con il suo “Sì” ci dona Gesù. Il termine consolazione non dobbiamo ridurlo a semplice compatimento o rassegnazione, la consolazione è stare «insieme con il Solo», in altre parole stare insieme a Dio, l’Assoluto, l’Unico, la Bontà.
San Bruno, con la sua esperienza di fede, ci insegna a affidarci a Dio, a metterlo veramente al primo posto nelle scelte della nostra vita, a fuggire l’onore del mondo – anche l’onore che derivava dalla nomina di vescovo di Reggio Calabria –, per rifugiarsi nella preghiera nel cuore di Dio e a Lui portare tutta l’umanità e portare Dio all’umanità.
Anche il Salmo (tratto da Isaia 12,1.2-6) è un invito a confidare nel Signore, a non temere alcun male, perché è la nostra forza, il nostro canto, la nostra salvezza. Siamo chiamati a lodare il Signore per il suo amore e perché ci ha donato una così tenera Madre, che sempre consola i nostri cuori con la sua amorevole intercessione presso il Figlio Gesù.
Il Vangelo (Matteo 5,1-12) ci ha messo davanti alle Beatitudini, che Gesù pronuncia salendo sul monte, invitando ciascuno di noi a salire sulle vette del suo messaggio evangelico. Il testo delle Beatitudini è racchiuso tra due beatitudini espresse al presente: «Beati i poveri in spirito… Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli». Ciò per indicarci l’importanza di essere profondamente umili e di vivere sotto lo sguardo del Dio Giusto e Santo per poter amare i fratelli e così rendere presente il regno di Dio, ogni giorno. Le altre beatitudini sono declinate al futuro: «saranno consolati… erediteranno la terra… saranno saziati… troveranno misericordia… vedranno Dio… saranno chiamati figli di Dio», per indicarci la meta da raggiungere con una fede capace di dire di “Sì” a Dio sull’esempio di Maria, Madre della Consolazione.
La celebrazione si è conclusa con la preghiera a Maria, l’invocazione della sua intercessione e la benedizione del Signore per tutti noi, le nostre famiglie, i nostri cari defunti.
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