A partire da martedì 27 settembre e fino al 6 ottobre, secondo questo Programma, ci siamo ritrovati a celebrare insieme e con profonda fede la Novena e la Festa di San Bruno, nostro celeste patrono. Ecco di seguito la sintesi di quanto vissuto nella fede e nella fraternità.
Martedì 27 settembre – Con san Bruno, uomo di gioia
Con fede e gioia abbiamo dato inizio alla novena in onore di san Bruno accogliendo devotamente la reliquia che ci onoriamo di custodire e che il nostro caro mons. Angelo Casile, parroco e vicario generale dell’arcivescovo con l’incarico di Moderator Curiae, ha esposto sull’altare. La vita di san Bruno è stata via che conduce alla gioia vera, che nasce dall’aver incontrato il volto del Padre.
Nell’Eucaristia abbiamo accolto don Giuseppe Stranieri, novello presbitero e viceparroco del SS. Redentore in Palizzi Marina. Presentandolo, don Angelo ha ricordato di averlo visto crescere nella parrocchia di san Paolo e poi quale suo padre spirituale. Nell’omelia, don Giuseppe ha ricordato gli anni vissuti nella parrocchia di san Paolo, guidato da mons. Giacomo D’Anna e dove ha conosciuto don Angelo, che ha ringraziato per l’amicizia affettuosa, premurosa e paterna, libera e mai opprimente e per la sua bella testimonianza di vita, da cui imparare a essere la casa che sta in mezzo al villaggio, presbitero tra la sua gente. Don Giuseppe ci ha ricordato, citando san Bruno, che la via della gioia è la croce di Gesù.
Portando la croce si partecipa all’amore del Signore e si diventa testimoni della vera gioia davanti ai fratelli. Il vangelo di oggi ci dice che Gesù prese la ferma decisione di andare verso Gerusalemme, verso il compimento della sua vita. A noi, oggi, dice: prendi anche tu la ferma decisione di andare verso il compimento della tua esistenza. Perciò non scoraggiamoci mai! Anche quando ci sono le cadute, le difficoltà, diciamogli: Signore prendimi per mano, rialzami, dammi di contemplare il tuo volto.
Subito dopo la santa Messa, il Coro della Divina Misericordia, diretto dal m° Pino Puntorieri e con la partecipazione del m° Pierluigi Maria Romeo, ci ha fatto vivere un momento intenso di preghiera con l’“Omaggio a San Bruno”, canti intervallati dalle meditazioni sullo stile di vita esemplare del nostro amato San Bruno e introdotti dalla bellissima voce narrante di Biagio D’Agostino.
Mercoledì 28 – Con san Bruno scegliamo Dio al di sopra di tutto
Con il monito “Dio al primo posto”, san Bruno esorta tutti a vivere a partire dall’amore del Signore per dare senso alla propria vita e raggiungere quell’equilibrio che ci porta a offrire amore gratuito al prossimo.
La celebrazione eucaristica è stata presieduta da don Maurizio Demetrio, novello presbitero e parroco di Santa Maria della Misericordia in Salice Calabro, anche lui seguito da don Angelo come padre spirituale. Presente anche don Davide Tauro, nostro caro viceparroco, che salutando don Maurizio, suo compagno di Seminario, ha augurato a lui e alla sua bella comunità parrocchiale la pace che il mondo non sa dare.
Don Maurizio, nell’omelia, ci ha esortati a metterci alla sequela di Gesù, mettendo, come dice san Bruno, Dio al di sopra di tutto. Il Vangelo ci pone davanti una scelta fondamentale, metterci su una strada in cui l’unica certezza, l’unica sicurezza è il Signore stesso. In ogni momento della vita il Signore è presente, anche quando non ce ne accorgiamo, anche quando il dolore o la fatica ci fanno pensare che è lontano.
Il Signore invece è lì, è presente, è la nostra forza in ogni relazione: familiare, amicale, sociale. Così san Bruno lascia tutto e si ritira, scoprendo che la sua unica ricchezza è il Signore. E la sua vita ruota talmente tanto intorno a Dio che diventa vita feconda, vita che attira tanti fratelli nella lode al Signore. Don Maurizio ha concluso lasciandoci una domanda: Chi è il mio tesoro? Dov’è il centro della mia vita? Per Bruno il suo tesoro era Dio e il suo cuore era Dio. Se per noi il nostro tesoro è Dio, allora il nostro cuore sarà in Dio.
Giovedì 29 – Con san Bruno proclamiamo la bontà di Dio
La bontà di Dio, la Bonitas come amava dire San Bruno, sia scritta non solo nell’alto dell’abside della nostra chiesa, ma soprattutto nei nostri cuori, così ci ha ricordato don Angelo nella novena.
Successivamente ha accolto don Matteo De Pietro, novello presbitero e parroco di S. Teodoro Martire in Bagaladi, conosciuto nel servizio alla Caritas diocesana e poi guidato dal nostro parroco come padre spirituale. Don Matteo ha iniziato l’omelia ringraziando don Angelo per essergli fratello maggiore e ricordando con gratitudine che partecipava alla messa del mattino quando doveva decidere proseguire sulla strada del presbiterato o fermarsi per il timore di essere troppo avanti in età. Commentando poi il vangelo proprio della Festa dei santi Arcangeli, don Matteo ha ricordato i tre arcangeli: Michele, colui che difende dal male; Raffaele, colui che guarisce e Gabriele, messaggero di Dio.
Se riflettiamo bene possiamo dire di aver bisogno di tutti e tre questi arcangeli, perché abbiamo bisogno di difesa, di cura e di chi ci annuncia il Vangelo costantemente, perché la vita ha bisogno di essere alimentata da quella Parola che dà senso, forza alla vita. Tuttavia ci siamo persi, disorientati, i nostri occhi, il nostro cuore, si sono lasciati incantare da questa società, che ci fa credere solo a ciò che vediamo. Gli angeli ci aiutino ad aprire il cuore a chi ci sta accanto, per cogliere quei semi di bellezza piantati da Dio nel cuore di ogni persona.
Dopo la celebrazione, ci siamo spostati in teatro, per I LoGiudles, band composta da Pino Lo Giudice e dai figli Demetrio e Claudio, che ci ha proposto il concerto “Chiedi chi erano i Beatles”. Tantissimi i successi dei Beatles proposti con provata esperienza e presentati da Biagio D’Agostino, curatore dei testi. Due ore di intense emozioni grazie all’interpretazione di brani intramontabili come: Let it be, Yellow submarine, Ob-la-di Ob-la-da, Yesterday, Imagine, Hey Jude e altri meno noti ma non meno efficaci.
Venerdì 30 settembre – Con san Bruno viviamo la centralità di Gesù Cristo
Oggi abbiamo condiviso con don Bruno La Rizza, rettore del Santuario di Santa Maria del Bosco in Serra San Bruno, il nostro annuale appuntamento gioioso, come lui stesso lo ha definito, per ritrovarci a pregare insieme l’Ufficio certosino e la Messa. Con la benedizione e i saluti di p. Ignazio Iannizzotto, priore della Certosa, a don Angelo, definito persona carissima, e alla nostra comunità, don Bruno ci ha ricordato che i certosini ci aspettano per la festa di san Bruno del lunedì di Pentecoste per la firma del gemellaggio.
Nell’omelia, don Bruno ci ha pian piano guidati lungo la via della preghiera che, solitaria o in Chiesa, deve portarci ai piedi della croce sul Calvario dell’altare, perché la Croce è la via della salvezza e la via della preghiera. Quando noi cristiani arriviamo alla porta della Chiesa ed entriamo, saliamo la salita del Calvario! Quando veniamo a messa portiamo la nostra vita, portiamo la vita dell’umanità, ci mettiamo lì, uniti alla croce di Cristo per la salvezza del mondo.
Il monaco che va in Certosa segue la via di san Bruno, si consacra e dedica tutta la sua vita al Signore e ai fratelli. Come san Bruno, sceglie Dio e mette Dio al primo posto nella sua vita, ma non in forma egoistica, come spesso facciamo con la nostra spiritualità, le nostre devozioni, le nostre preghiere senza renderci conto del nostro egoismo: quando preghiamo, ci preghiamo addosso; chiediamo al Signore, invece la preghiera è aprirsi al Signore. Il monaco fa tutto, tutta la sua vita per Cristo, con Cristo e in Cristo. Diciamo “Sì” al Signore con la Madonna, se diciamo “Eccomi” nelle situazioni di ogni giorno il Verbo si fa carne in noi.
La giornata si è conclusa nel nostro bel teatro con gli amici della Compagnia “San Paolo alla Rotonda” che ci hanno proposto “Non è vero ma ci credo”, una commedia brillante di Peppino de Filippo, magistralmente diretta e interpretata da un immenso Giuseppe D’Agostino.
Sabato 1° ottobre – Con san Bruno proclamiamo la sapienza della Croce
Per san Bruno, così come per san Paolo, la croce è il vero centro dell’universo, dalla croce si dirama ogni dono, ogni bontà di Dio per noi, poiché è sulla croce che Gesù ha donato tutto sé stesso per noi.
Abbiamo accolto il nostro diacono Enzo Caminiti, a cui don Angelo, che lo conosce dal 1996 negli anni vissuti nella parrocchia di Gallico Marina, ha affidato il compito di pronunciare l’omelia.
Il diacono Enzo ha iniziato l’omelia ringraziando don Angelo e aggiungendo come in questi anni ha potuto gustare la bellezza della celebrazione impostata secondo solennità e sobrietà, senza fronzoli che sviliscono il mistero che si celebra sull’altare, anzi distolgono l’assemblea dal vero mistero eucaristico: passione, morte e risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo. Anche san Bruno ha sempre impostato la sua vita su ciò che è essenziale, amando stare in disparte a contemplare la croce, centro dell’universo.
Il Signore ci invita oggi ad avere fede e non ce ne chiede molta, quanto un granello di senape che da seme piccolissimo può crescere fino a diventare grande. Basta poca fede per compiere molto, poiché è Dio che agisce a partire dal nostro sì; pensiamo a Maria, piccola fanciulla di Nazaret, che dice sì all’amore del Signore e grazie a questo sì il Figlio di Dio diventa uomo, entra nel mondo per la nostra salvezza. Quando il Figlio dell’uomo tornerà sulla terra, troverà la fede? La troverà nel nostro cuore, nella nostra vita?
Nella celebrazione abbiamo pregato per il nostro arcivescovo che oggi, anniversario della sua ordinazione presbiterale, ha ordinato tre nuovi sacerdoti e per il caro defunto Mimmo Raffa, giornalista, regista nella compagnia Blu Sky Cabaret, affinché il Signore possa accoglierlo tra le sue braccia. Nel rispetto della sua memoria la prevista commedia “B & B di sabato” è stata rinviata.
Domenica 2 ottobre – Con san Bruno percorriamo la via dell’amore
Oggi, giorno del Signore, come consuetudine l’Eucaristia delle 10.00 è stata dedicata alle famiglie e ai bambini, a loro si è rivolto con linguaggio semplice e chiaro mons. Angelo Casile, nostro caro parroco. Nel vangelo Gesù ci regala l’immagine del servo e ci chiede di riconoscerci servi inutili, cioè servi senza utile, che non hanno un proprio interesse, ma vivono nella gratuità dell’amore verso il proprio padrone. Il Signore non ci ripaga perché siamo responsabili, dignitosi, buoni, ma il Signore ci dona la gioia di essere suoi figli e quindi di servirlo, volerlo bene, amarlo, rispondere al suo amore con la gratuità del nostro cuore.
Ci affidiamo al Signore perché ci aiuti ad essere veramente suoi servi, a vivere bene ogni giorno e quindi, come gli angeli, custodirci, volerci bene, aiutarci. Il Signore ci doni questa grazia, ci doni questa fede.
Al termine della Messa, don Angelo, facendo gli auguri al caro diacono Enzo Caminiti per il dodicesimo anniversario di ordinazione diaconale, ci ha comunicato che l’Arcivescovo lo ha destinato alla parrocchia di S. Maria di Porto Salvo in Gallico Marina e lo ha ringraziato per la sua bella presenza, la testimonianza sempre discreta, competente, umile e disponibile, augurandogli ogni bene per il nuovo incarico.
Nella Messa delle 11.30 abbiamo accolto don Blaise Maurice Mbaruschingabire, presbitero del Ruanda da quattordici anni e viceparroco di S. Maria di Loreto, prefetto agli studi del Seminario Pio XI.
Don Blaise ha iniziato l’omelia con una domanda: Se qualcuno vi chiedesse hai veramente fede, cosa rispondereste? Io risponderei di sì, perché la fede è un dono di Dio che abbiamo ricevuto, la fede è esperienza della presenza di Dio in noi, nella nostra vita, quindi non dobbiamo dubitare della nostra fede; dobbiamo però verificarla, soprattutto nei momenti difficili della nostra vita, problemi, malattie. Il Signore ci ascolta, ci ama, ci vuole bene, ma ci risponde come vuole lui e quando vuole Lui. La voce di Dio ci dice: nonostante tutto puoi continuare a camminare, nonostante tutto c’è l’amore di Dio, che è la via da seguire.
Prima di elevare insieme la Supplica alla B.V. Maria del Rosario di Pompei, don Blaise ci ha invitati a pregare per le vocazioni e per i presbiteri e ha ringraziato don Angelo per la semplicità con cui vive la sua grande responsabilità, e ciò è una testimonianza importante soprattutto per i giovani presbiteri.
In serata, alle 18.30, ha presieduto l’Eucaristia don Davide Tauro, parroco di S. Nicola di Bari in Vito e viceparroco di S. Bruno, che ha sviluppato l’omelia ha partire dalla richiesta degli apostoli a Gesù: Signore accresci in noi la fede. L’uomo senza la fede rimarrebbe preda della disperazione, mentre la fede ci aiuta a perseverare nei momenti difficili, ci apre spiragli di speranza, non ci priva della prova, ma ci aiuta a viverla.
La fede nasce piccola, ma diventa grande se lo chiediamo al Signore, perché è una relazione dinamica tra Dio e l’uomo, è una relazione d’amore ed ha bisogno di essere continuamente alimentata attraverso la preghiera, i sacramenti, gli atti di carità, atti d’amore, amore senza misura, amore che si fa dono, amore che si fa servizio per gli altri. Ci aiuti il Signore a considerarci servi inutili, non perché non valiamo niente, ma perché viviamo senza utile, senza alcuna ricompensa materiale, attendendo la salvezza e l’amore di Dio.
La ricca giornata si è conclusa nel teatro con il “Concerto di musica classica” del m° Gabriele Aleo. Il giovane talento, allievo del m° Pino Puntorieri, con sublime maestria al pianoforte ci ha estasiati, offrendoci brani di Bach, Mozart, Elgar e Scarlatti. Come ha fatto notare don Angelo alla fine, non erano solo le mani agilissime del m° Gabriele ad eseguire i brani, ma nella musica c’era tutto il suo essere, il suo cuore.
Lunedì 3 ottobre – Con san Bruno amiamo tutti i fratelli
Oggi, la novena di san Bruno ci ha invitati a passare dall’amore di Dio all’amore del prossimo. Più amiamo Dio e più riceviamo la forza per amare il prossimo, poiché un cuore visitato da Dio non conosce confini.
Accogliendo don Michele Tambellini, ordinato il 1° ottobre, don Angelo ne ha ricordato le origini toscane, dove a Farneta (Lucca) è attiva un’altra Certosa oltre quella di Serra San Bruno.
Nell’omelia don Michele ha rilevato come le parole di san Paolo ci inducono a un esame di coscienza: È forse il consenso degli uomini che cerco? Non voglio il consenso degli uomini, basta quello di Dio. A Dio rendo la mia testimonianza e ho donato la mia vita. Come san Paolo, anche san Bruno non si è preoccupato di piacere agli uomini ma ha scelto la vita contemplativa per amore di Dio e per amore dei fratelli.
Portiamo nelle nostre case la domanda del vangelo: Cosa devo fare per avere la vita eterna? Cosa devo fare per essere vivo? La risposta di Gesù è chiara: ama! È questo il mandato per la nostra vita, perché Gesù dice va e anche tu fa così. Va e anche tu sii samaritano per i fratelli con compassione e cura. Sii tu la spalla per i tuoi fratelli, cerchiamo di essere quella parte migliore che cerchiamo negli altri.
Prima della benedizione, don Angelo ha elogiato don Michele per come ha spezzato la Parola per noi e per l’arte del celebrare: Non si direbbe che celebri solo da tre giorni!
La serata si è conclusa nel nostro teatro dove abbiamo ascoltato con immenso piacere il Concerto della Banda Musicale “Città di Reggio Calabria” diretta dal m° Roberto Filippo Caridi, con l’apporto del violino del m° Fulvio Puccinelli, e la voce solista di Tina Errigo, il tutto accompagnato dalla presentazione di Biagio D’Agostino. Uno spettacolo musicale di tutto rispetto.
Martedì 4 ottobre – Con san Bruno gustiamo la preghiera
Ci siamo soffermati su san Bruno come uomo di preghiera, preghiera che è restare cuore a cuore con Dio, bussare al cuore di Dio senza mai stancarci, a rifugiarci nel suo cuore senza spreco di tante parole.
Nella celebrazione eucaristica, guidata da don Emmanuel Mbamba, vicerettore del Seminario, abbiamo pregato per l’equipe formativa, per i seminaristi e per il dono di sante vocazioni.
Citando san Paolo, che ha posto Cristo crocifisso al di sopra della vanagloria del mondo, don Emmanuel nell’omelia ha evidenziato la stessa scelta operata da san Francesco e soffermandosi su tre momenti vissuti nella fede dal Santo di Assisi ci ha offerto preziose indicazioni. Primo, il Crocifisso di san Damiano lo invita a riparare la sua Chiesa, e noi cosa dobbiamo riparare? La nostra libertà interiore, il nostro cuore. Secondo, l’incontro con il lebbroso, segno di ciò che non è bello, che è amaro, cambia san Francesco e dopo averlo accolto tutto è dolce per lui. E noi, cosa ci procura amarezza? Cosa facciamo in famiglia, al lavoro, in comunità per superare le difficoltà? Affidiamoci al Signore e agiamo concretamente e con pazienza. Terzo, l’incontro con il sultano, una persona totalmente diversa, ci offre un modello. Anche oggi ci fa paura lo straniero, il diverso, chi non la pensa come noi, ma occorre costruire ponti, promuovere la riconciliazione.
Ci aiutino san Bruno e san Francesco a vivere la pace, annunziare il vangelo con la vita e non solo a parole.
Alla fine della Messa siamo rimasti in chiesa per un inedito “Omaggio a San Francesco”. Le preghiere, proclamate da mons. Angelo Casile e presentate criticamente da Biagio D’Agostino, sono diventate canto per la voce del m° Pierluigi Maria Romeo e musica soave per il violino del m° Fulvio Puccinelli e per l’organo del m° Pino Puntorieri. I testi e i canti hanno toccato il nostro cuore, perché sono stati eseguiti con tutto il cuore e per rendere gloria al Signore, come hanno fatto san Francesco e san Bruno.
Mercoledì 5 ottobre – Con san Bruno lodiamo la Vergine Maria
La Vergine Maria ci aiuti a dire il nostro sì a Dio, un sì che faccia “nascere” Gesù in noi e, attraverso noi, nel prossimo, perché dove c’è Cristo nel cuore di ogni fedele, lì c’è la presenza di Gesù nel mondo.
Abbiamo accolto stasera don Vincenzo Attisano, ordinato il 1° ottobre, salutato con affetto da don Angelo.
Don Vincenzo ha espresso la sua gratitudine e emozione poiché siamo la prima parrocchia incontrata dopo l’ordinazione. Nell’omelia ci ha invitati a metterci alla scuola di preghiera di Gesù, che ci insegna come dobbiamo vivere e come essere per poter pregare bene. Pregare il Padre Nostro ci richiama alla dimensione di figli e entriamo nella relazione che Gesù ha con il Padre, quella di figli amatissimi.
La preghiera è il cammino dell’anima, un esodo da noi, dal nostro io verso l’io di Dio; pregando lanciamo un ponte verso Dio e apriamo la strada a ciò che fondamentalmente Dio desidera dal nostro cuore. Anche san Bruno ha aperto il suo cuore a Dio, fino al silenzio che ha caratterizzato la sua vita; quel silenzio fecondo di fede che ancora oggi genera vita grazie alla grande eredità spirituale che ci ha lasciato.
Il silenzio ha caratterizzato anche la vita di Maria. Maria ci insegna, l’amore che non trattiene, ma rende liberi, amore che ti prende per mano e ti lascia camminare incontro a qualcuno che lei stessa riconosce più grande di sé. Maria ci guida e ci prende per mano per indicarci la strada verso il figlio, la strada verso Dio.
Conclusa la Messa ci siamo ritrovati nel teatro per il “Cantiamo insieme i favolosi anni ’60 e ’70”, guidati dalle note al pianoforte del m° Pino Puntorieri e alle percussioni del m° Francesco Martorano. Con la loro maestria abbiamo cantato e ballato brani famosissimi fissati da decenni nel nostro cuore e nelle nostre voci.
Giovedì 6 ottobre – Festa di san Bruno – Lodiamo il Signore per il dono che è san Bruno per noi
Questo giorno di festa, in cui la nostra comunità ricorda la nascita al cielo di san Bruno, è iniziato alle 8.00 con la preghiera delle Lodi, guidata dal nostro carissimo parroco mons. Angelo Casile.
Alle 11.30 si è svolta la Messa festiva, presieduta da don Giovanni Zappalà, ordinato il 1° ottobre, e salutato con gratitudine da don Angelo. Durante l’omelia, soffermandosi sulla Parola che l’uomo non vive solo di pane, ma di quanto esce dalla bocca del Signore, si è chiesto se la vita di san Bruno, il suo essere cercatore di Dio, abbandonando le realtà fuggevoli per afferrare l’Eterno, è un modello per tutti noi.
La vita frenetica ci impedisce di vivere il silenzio, e magari abbiamo paura di rimanere soli con noi stessi, ma possiamo cercare di fare spazio nella nostra vita al silenzio, alla preghiera e alla contemplazione, creando nel nostro cuore una piccola certosa. Spero che questo possa compiersi nella mia e nella vostra vita: trovare il tempo necessario per amare con tutta la vita, sull’esempio di san Bruno, il Dio della gioia.
In serata, dopo aver invocato la protezione di san Bruno con l’Atto di affidamento, nell’Eucaristia delle 18.30, abbiamo accolto l’arcivescovo emerito S.E. Mons. Vittorio Luigi Mondello, che nell’omelia, dopo il ricordo di aver ordinato presbitero il nostro caro don Angelo, ha evidenziato la rinuncia di san Bruno a divenire di vescovo di Reggio Calabria, poiché voleva dedicarsi pienamente alla ricerca di Dio, conoscerlo, lodarlo, amarlo. San Bruno e i suoi confratelli vivono nella solitudine, portano le necessità dei fratelli al Signore attraverso la preghiera e invocano la santificazione della Chiesa e dell’umanità intera, perché possa conoscere meglio Cristo e seguire meglio Cristo.
Citando la Lumen gentium, dove è scritto che santi sono tutti coloro che seguono Cristo, che amano Cristo e si impegnano a farlo amare, mons. Mondello ci ha invitati a esercitare questo impegno di santità attraverso due modi: l’umiltà e l’amore, non ci può essere umiltà senza amore, non ci può essere amore senza umiltà.
Gesù ci ha dato l’esempio: pur essendo Dio si è presentato umile, si è fatto mettere in croce per noi, si è messo a lavare i piedi; ci ha amati, fino alla fine, tanto da dare la vita per salvarci con il suo amore.
Ci aiuti san Bruno a comprendere la grandezza di appartenere alla Chiesa come cristiani autentici che, amati da Dio, rispondono con amore a Lui, rispondono amando i propri fratelli e mettendosi al servizio per il bene dell’umanità. La gente guardando a noi cristiani deve dire: guarda come si amano; come lo dicevano ai primi tempi della Chiesa. Se vogliamo aiutare gli uomini di oggi, che non intendono ascoltare discorsi, lo possiamo fare dando testimonianza con la nostra vita che Cristo ci ama e ci vuole santi.
Salutato l’arcivescovo, nel teatro, abbiamo assistito alle “Corde Libere” in Concerto, spettacolo musicale dell’orchestra giovanile guidata dal m° Alessandro Calcaramo. Uno spettacolo stupendo realizzato da giovani talenti armoniosamente uniti, come le corde degli strumenti che suonano con passione e maestria.