In cammino verso la Cresima

colombaRiscopriamo la nostra fede per ricevere il dono dello Spirito Santo. Percorso destinato ai giovani e agli universitari per riscoprire la propria fede, crescere nell’esperienza ecclesiale, maturare la decisione di ricevere il sacramento della Confermazione.  

¤ 1. Nel primo incontro di mercoledì 26 ottobre 2016 abbiamo contemplato la Pentecoste cristiana, lo Spirito Santo che scende sugli Apostoli riuniti in preghiera nel Cenacolo: «Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi» (cfr At 2,1-4). L’incontro si è concluso con la visione del filmato “Dio non c’è?” per riflettere insieme se è possibile che tutta la creazione sia frutto del caso o dell’opera creativa di Dio.

¤ 2. Giovedì 3 novembre l’incontro è iniziato con la visione di un filmato sul capitolo 1 della Genesi: «In principio Dio creò il cielo e la terra…». Abbiamo contemplato le pagine antiche del libro della Genesi, il cap. 1, che, con un linguaggio semplice ma ricco di sapienza, ci mostrano Dio che crea tutto l’universo e pone l’uomo, maschio e femmina, come custode di ogni creatura e dell’intera creazione, perché risplenda sempre più della bontà divina. Dio crea con la sua Parola… «Dio disse: “Sia la luce!”. E la luce fu». Ogni cosa creata è buona… «Dio vide che era cosa buona». L’universo risponde a delle regole precise di ordine e armonia… «ciascuno secondo la propria specie». L’uomo è il vertice della creazione… «Dio disse: “Facciamo l’uomo”». L’uomo, maschio e femmina, è immagine di Dio… «a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò». L’uomo, maschio e femmina, possiede la capacità di generare la vita… «Siate fecondi e moltiplicatevi». Dio affida la creazione all’uomo perché la domini: ne sia il signore, la governi, la custodisca, la protegga… «dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo».

¤ 3. Giovedì 10 novembre, l’incontro si è aperto con la visione del filmato Intervista a Dio. Un testo stupendo — reperibile per intero quì — che ci ha fatto riflettere su ciò che è importante nella vita e su ciò che è effimero, e tuttavia inseguito e perseguito ogni giorno nelle nostre scelte e relazioni. L’incontro è proseguito con la lettura sapienziale del cap. 2 della Genesi: «il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente». Si tratta del più antico racconto della creazione dell’uomo da parte di Dio. L’uomo è creato dalla «polvere della terra», in ebraico “adamah”, da cui il nome simbolico di  “Adamo”, ed è posto al centro dell’universo «perché lo coltivasse e lo custodisse», per renderlo sempre più bello attraverso il lavoro quotidiano. Dio creatore affida l’intero creato all’uomo… «Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino», e lo mette davanti a un unico limite… «ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare». Il tutto creato da Dio è a noi affidato. Dio ci regala l’intero universo e ci pone un solo limite!

¤ 4. Giovedì 17 novembre, si è conclusa la riflessione sul cap. 2 della Genesi, con la gioia dell’uomo nel vedere la prima donna: «Questa volta è osso dalle mie ossa, carne dalla mia carne. La si chiamerà donna, perché dall’uomo è stata tolta». Ci siamo poi soffermati sul cap. 3La donna subisce l’inganno del serpente, figura del tentatore, che presenta Dio come menzognero e avversario dell’uomo: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male». Satana, padre della menzogna, convince la donna prospettandole il divenire come Dio e… invece, dopo aver mangiato il frutto dell’albero, segno della loro scelta di andare contro Dio, l’uomo e la donna non divennero come Dio, ma «conobbero di essere nudi». Il peccato, l’andare contro Dio, priva di dignità l’uomo e pone uno contro l’altra e in definitiva contro Dio… «La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato». Un video sulla fiducia in Dio ha concluso l’incontro. 

¤ 5. Giovedì 24 novembre, si è completata la lettura e la riflessione sul cap. 3 della Genesi. Il peccato turba l’armonia con Dio, con gli uomini e l’intera creazione, il lavoro dell’uomo si carica di sofferenza e così anche il generare la vita da parte della donna. Ma di fronte al male dell’uomo il Signore annuncia la salvezza, il bene trionfa sul male (che ha sempre i giorni contati, non essendo mai l’ultima parola). Il serpente, figura del diavolo, ha ingannato la donna (Eva) e da una donna (Maria) verrà la salvezza, suo figlio (Gesù) schiaccerà la testa al serpente antico: «Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa». In Maria Immacolata che genera Gesù contempliamo il realizzarsi delle antiche promesse e l’inizio della presenza del regno di Dio in mezzo a noi.

¤ 6. Giovedì 1 dicembre, la meditazione si è soffermata sul cap. 18 della Genesi. TrinitàAbramo riceve la visita del Signore che si cela sotto le sembianze di tre pellegrini: «Il Signore apparve a lui alle Querce di Mamre, mentre egli sedeva all’ingresso della tenda nell’ora più calda del giorno. Egli alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui». L’episodio biblico ci ha dato modo di contemplare la stupenda icona della Trinità di Andrej Rubljov. L’icona, prendendo spunto dall’incontro di Abramo, raffigura il Padre (a sinistra, color oro e blu) e il Figlio  (al centro, rosso e blu) e lo Spirito Santo (a destra, verde e blu). Attraverso l’unità del colore oro e del blu presente in ogni figura, e delle uguali sembianze si sottolinea l’unica natura divina. I tre colori diversi (oro per il Padre, rosso per il Figlio e verde per lo Spirito Santo) permettono di distinguere le tre Persone divine. Noi tutti, se ascoltiamo e viviamo la Parola di Dio, siamo invitati a sederci a mensa con Lui, fonte di amore e comunione.

¤ 7. Giovedì 15 dicembre, la riflessione si è concentrata sul Decalogo come dieci vie della felicità, dieci parole di amore che condensano la legge che Dio ha dato al popolo d’Israele. Del Decalogo esistono due versioni: una in Esodo 20,2-17 e una in Deuteronomio 5,6-21. Gesù ha portato a compimento le dieci parole: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente… Amerai il prossimo tuo come te stesso» (Mt 22,37-39). I Dieci comandamenti sono la prima scuola dell’amore a cui Dio ci chiama e che definisce il rapporto nostro con lui e fra di noi: «Pieno compimento della legge è l’amore» (Rom 13,10).

¤ 8. Giovedì 12 gennaio 2017, ci siamo messi nei panni di Sant’Andrea Apostolo, pescatore, fratello di Simone Pietro e primo tra gli apostoli a essere chiamato da Gesù. Nel Vangelo di Giovanni (cap. 1) con un amico segue il Battista, che indica loro Gesù: «Ecco l’agnello di Dio!». Poi Andrea conduce Simon Pietro da Gesù. Troviamo poi Andrea, con Pietro, Giacomo e Giovanni sul monte degli Ulivi «in disparte» (Mc 13,3) con Gesù. Andrea presenta a Gesù il ragazzo con cinque pani e due pesci (cfr Gv 6,9) e spinto da Filippo, riferisce a Gesù del desiderio di alcuni greci di incontrarlo (cfr Gv 12,22). Dopo l’Ascensione, Andrea è con gli altri apostoli in cammino verso Gerusalemme, dove pregano con perseveranza e concordia (cfr At 1,13-14).

¤ 9. Giovedì 19 gennaio, ci siamo posti la domanda: “Chi è Gesù?” e abbiamo cercato la risposta leggendo come lo hanno visto e (de)scritto i suoi contemporanei, i discepoli che hanno scritto per noi i Vangeli. Ecco i passi del Vangelo che ci aiutano a conoscere sempre di più Gesù: «La vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi» (Mt 1,23); «Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?»(Lc 2,49); «Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!» (Mc 15,39); «Mio Signore e mio Dio!» (Gv 20,28); «Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20).

¤ 10. Giovedì 26 gennaio, abbiamo continuato a leggere e meditare sui passi evangelici significativi che offrono una risposta alla nostra domanda su chi è Wanted GesùGesù e che ci aiutano a scoprirne la stupenda personalità. Gesù è nato da Maria, «ella diede alla luce un figlio», e Giuseppe «lo chiamò Gesù» (Mt 1,24.25); si è poi trasferito a Nazaret, «andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret» (Mt 2,23); e detto anche «il Cristo» (Gv 11,26); il «Messia» (Gv 1,41), il «Figlio del Dio vivente» (Mt 16,16), e «il Re dei re» (Ap 17,14).

¤ 11. Giovedì 9 febbraio, continua la nostra ricerca su Gesù e scopriamo ulteriori passi significativi. Gesù si manifesta a Nazaret, «Lo Spirito del Signore è sopra di me» (Lc 4,18); compie guarigioni, «“Tendi la mano!”. Egli la tese e la sua mano fu guarita» (Mc 3,5); sfama miglia di persone, «Tutti mangiarono a sazietà… erano circa cinquemila uomini» (Mt 14,20.21); predica nel Tempio (cfr Mt 21,23); perdona i peccati, «il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati» (Mc 2,10); «mangia e beve insieme ai pubblicani» (Mc 2,16); proclama «Amate invece i vostri nemici» (Lc 6,35); chiamò a sé i suoi «apostoli» (Lc 6,13); è «profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo» (Lc 24,19).

¤ 12. Giovedì 16 febbraio, la nostra attenzione si è concentrata sul testo di san Paolo apostolo: «Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé» (Gal 5,22). È utile seguire le catechesi, tenute a Radio Vaticana, da don Fabio Rosini, parroco di Santa Francesca Romana, ricche di spunti e suggestioni. Don Fabio illustra i nove frutti dello Spirito citati da san Paolo. In particolare, incominciando dagli ultimi frutti, ci siamo soffermati sulla mitezza, consapevolezza di vivere la pace nel cuore come dono di Gesù e che nessuno può toglierci, e sul dominio di sé, come scelta dei no, che io devo a me stesso, per stare con Cristo e con il prossimo.

¤ 13. Giovedì 2 marzo, continua la profonda e appassionante riflessione sui frutti dello Spirito Santo, abbiamo approfondito la fedeltà, come veracità nei rapporti, stile di vita, forma di essere di fronte alle cose. La fedeltà nasce dal Signore Gesù Cristo, il fedele per eccellenza, che ci ha mostrato la sua fedeltà sulla croce e donando sé stesso nell’Eucaristia. Mentre veniva tradito, lui si dava. Mentre veniva tradito, lui celebrava la sua fedeltà, come uno sposo ama la sposa: «Egli nella notte in cui fu tradito prese il pane lo spezzò e disse: questo è il mio corpo dato per voi» (1Cor 11,23-24).  

¤ 14. Giovedì 9 marzo, è la volta della bontà. Quando si gira a vuoto nella vita, quando la bontà non sgorga per nessun altro è perché si sta continuando a fare la domanda sbagliata: chi sono? mentre ci si dovrebbe chiedere: a cosa servo? Cosa posso fare di buono? Se io mi penso come una Parola, mi penso come una missione, mi penso come in funzione di altri, se il mio scopo è dare gioia all’altro, ecco che le mie sofferenze diventano compassione, saggezza per capire quello che l’altro sta vivendo e anche capire come aiutarlo. Perfino i miei errori diventano strumenti per servire meglio, aiutare meglio l’altro e qui io mi realizzerò come persona.

¤ 15. Giovedì 16 marzo, ci siamo soffermati sulla benevolenza, come quella attitudine di fronte alla vita e alle persone che permette di cogliere costantemente le occasioni proficue e costruttive della vita rilevando l’aspetto costruttivo. La benevolenza intuisce il bene possibile, è una visione nettamente pasquale della vita, anche di fronte alle cose negative, penso che tutto va verso il positivo e agisco per un fine che sarà buono. Come è possibile essere benevolenti? Poiché Dio ha trovato qualcosa di bello in me e questo mi stupisce, abbia sfruttato l’occasione della mia debolezza per amarmi, mi apre alla prospettiva che questo sia vero sempre e mi spinge alla stessa attitudine di fronte al prossimo.

¤ 16. Giovedì 23 marzo, continuiamo il cammino di riflessione sui frutti dello Spirito Santo soffermandoci sulla pazienza. La pazienza è collegata con la magnanimità, cioè avere un animo grande, è capacità di dare all’altro tempo, spazio, possibilità. La magnanimità è la qualità di avere pazienza di fronte agli errori altrui, è l’atto per cui una persona dà al prossimo la possibilità di riprendersi, pentirsi, ravvedersi, tornare in sé stesso, calmarsi.

¤ 17. Giovedì 6 aprile, riflettiamo sul frutto della gioia. Spesso pensiamo che la gioia normalmente sia uno stato di felicità, uno stato emozionale, la conseguenza di una situazione che troviamo, che riceviamo. Invece la gioia è un atteggiamento complesso, dotato di valore, un vero frutto dello Spirito Santo, una realtà derivata da un processo, da un cammino. La gioia non ci capita, non la troviamo così per caso, ma al termine di una lunga pedagogia interiore, che ha i suoi passi.

¤ 18. Giovedì 20 aprile, concludiamo la riflessione sui frutti con l’amore. L’amore è senza dubbio il centro dell’esistenza umana, nessuno ne dubita, ma da come pensiamo al concetto di uomo deriva come vediamo l’amore. L’amore è un atto, che implica sentimento, volontà, memoria, intelligenza, pazienza, gioia, fedeltà, dominio di sé. L’amore è centrato sulla relazione con l’altro, è avere un tesoro da dare, perché lo abbiamo ricevuto. L’amore è dono di Dio, che ci ama e ci perdona, che ci rende capaci di amare e perdonare. L’amore è frutto della relazione con lo Spirito Santo, frutto della verità che è la paternità di Dio, la salvezza di Cristo per noi.

¤ 19. Giovedì 27 aprile, l’incontro si è aperto con la visione di questo video per poter considerare insieme laDoni Spirito Santo ricchezza dei sette Doni dello Spirito Santo: Sapienza, dare sapore evangelico alla nostra vita; Intelletto, leggere dentro e andare oltre le apparenze; Consiglio, vedere il bene e indicarlo agli altri per cogliere l’essenziale; Fortezza, coraggio di vivere umilmente la verità e la carità; Scienza, conoscere cose e persone e ordinarle in relazione a Dio; Pietà, affidamento a Dio per poter incontrare i fratelli; Timor di Dio, consapevolezza della santità di Dio.

¤ 20. Giovedì 4 maggio, lasciandoci guidare dal Catechismo della Chiesa Cattolica, abbiamo approfondito i Simboli dello Spirito Santo: acqua, unzione, vento, soffio, fuoco, nube e luce, sigillo, mano, dito, colomba. Attraverso molteplici segni, lo Spirito Santo si è manifestato e continua a manifestarsi nella vita del popolo di Dio, della Chiesa e di ciascuno di noi.

¤ 21. Giovedì 18 maggio, ci siamo soffermati sulla Liturgia della Confermazione, presentata nelle diverse parti: rinnovazione delle promesse battesimali, imposizione delle mani, crismazione e preghiera universale. È bello scoprire come il Signore attraverso i gesti e le parole della liturgia ci raggiunge con la sua grazia e ci dona il suo Santo Spirito.

¤ 22. Giovedì 25 maggio, essendo quasi giunti alla mèta del nostro percorso, sviluppiamo la nostra riflessione su come Vivere nello Spirito, ci lasciamo aiutare dalla parola di san Paolo, che ci ricorda che «uno solo è Dio, che opera tutto in tutti» e che «a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune» (1Cor 12,6-7). I doni, i talenti, le capacità che Dio ci ha donato devono diventare servizio, dono, gratuità, altrimenti rimangono sprecati e infruttuosi. La Lettera a Diogneto ci ha poi consegnato una profonda verità: «Come è l’anima nel corpo, così nel mondo sono i cristiani… essi sostengono il mondo».

¤ 23. Venerdì 2 giugno,  ci siamo ritrovati per vivere un momento di ritiro spirituale, confessarci e svolgere le prove della Liturgia della Confermazione. In ogni momento, d. Angelo, il nostro parroco, ci ha sapientemente e paternamente guidati, aiutati e incoraggiati a vivere in profondità la Liturgia della Confermazione.

 ¤ 24. Nel giorno di Pentecoste, Domenica 4 giugno, riceviamo la grazia del Dono della pienezza dello Spirito Santo. La liturgia è stata presieduta da S.E. Mons. Vittorio Luigi Mondello, Arcivescovo emerito di Reggio Calabria – Bova, ed è stata animata nel canto dal Coro della Divina Misericordia della nostra Parrocchia. La paternità del vescovo, che ha invitato i cresimandi a impegnarsi sempre di più in parrocchia, la solenne armonia della liturgia, che ci ha “trasportati” nel Cenacolo, e la commossa e attiva partecipazione dei presenti hanno conferito alla celebrazione eucaristica un tono particolarmente toccante e denso di spiritualità.Cresima


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