Riviviamo intensamente la Passione del Signore nella preghiera, nel canto e nella contemplazione con una Via Crucis animata dal Coro della Divina Misericordia.
PRELUDIO – GESÙ PREGA NEL GETSEMANI
† «Riverserò uno spirito di grazia e di consolazione: guarderanno a me, colui che hanno trafitto» (Zc 12,10).
Il cuore trafitto del Signore crocifisso è la nostra porta stretta che ci permette di passare oltre le strettoie del nostro egoismo, per spingerci, sempre di più verso un amore largo e profondo. La croce è la cattedra del vangelo ed è alla sua scuola che siamo chiamati ad apprendere lo stile inconfondibile di una fedeltà a Dio che ci rende fedeli all’uomo.
– Signore Gesù, nella preghiera del Getsemani, tu hai conosciuto i peccati di tutti gli uomini: ladri, assassini, adulteri, bugiardi, sacrileghi, bestemmiatori, calunniatori e ribelli al Padre che invece tu hai sempre amato. Tu che hai portato sulle tue spalle e nel tuo cuore il mio peccato, ricoprimi della tua misericordia e donami di ricevere in dono la tua santità.
Canto: Abbà, Padre.
I STAZIONE – GESÙ È CONDANNATO A MORTE
† «Pilato allora rimise in libertà colui che era stato messo in prigione per rivolta e omicidio, e che essi richiedevano, e consegnò Gesù al loro volere» (Lc 23,25).
La libertà è una delle conquiste più significative dell’umanità. Siamo liberi di fare più cose ed è una possibilità che vorremmo per tutti e che fosse l’inizio di un cammino verso Dio.
– Signore Gesù, nel mistero della tua consegna nelle nostre mani e al nostro volere, tu ci hai mostrato la via della libertà dei figli di Dio. Aiutaci a non barattare mai la nostra dignità con i piccoli e grandi compromessi che ci rendono schiavi. Fissando lo sguardo su di te, condannato a morte per noi, donaci di ritrovare il coraggio di essere liberi dalla paura, per pagare sempre e solo con la nostra vita, per essere degni di te e fedeli al nostro cuore.
Canto: Gesù condannato a morte.
II STAZIONE – GESÙ PORTA LA CROCE AL CALVARIO
† «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua» (Lc 9,23).
La docilità non è semplicemente un’amara rassegnazione piena di rammarico, ma è l’espressione di una fiducia radicale in Dio per quanto ci dona nella vita e nei suoi percorsi.
– Signore Gesù, tu sei il buon Pastore che, per amore delle tue pecorelle, ti lasci condurre come agnello mansueto al macello. Vogliamo seguirti dovunque tu andrai e desideriamo essere tuoi discepoli comunque tu ci chieda di essere, non solo con te, ma prima di tutto come te. Liberaci dall’istinto di resistenza e di ribellione davanti alla fatica e al dolore e aiutaci a saper riconoscere, nei cammini più difficili e inediti, che la vita ci impone un’occasione propizia per crescere in disponibilità e docilità.
Canto: Gesù caricato della croce.
III STAZIONE – GESÙ CADE LA PRIMA VOLTA
† «Egli è in grado di sentire giustamente compassione per quelli che sono nell’ignoranza e nell’errore, essendo anche lui rivestito di debolezza» (Eb 5,2).
La compassione passa sempre per la compromissione con il prossimo e il primo passo è assumere la propria debolezza e offrirla a Dio.
– Signore Gesù, ogni volta che ti vediamo cadere e ti contempliamo a terra, ti sentiamo vicino a tutte le nostre cadute e solidale con tutte le nostre povertà. Liberaci dalla vergogna di riconoscere e assumere la nostra debolezza, e trasforma ogni esperienza di fragilità in un’occasione per crescere nella tua fiducia e nella solidarietà. Aiutaci a comprendere che essere tuoi discepoli non significa non cadere mai, ma è lasciarsi sempre risollevare dal tuo amore misericordioso per sollevare, sostenere e confortare il cammino faticoso dei nostri fratelli e sorelle in umanità e in sofferenza.
Canto: Gesù cade la prima volta.
IV STAZIONE – GESÙ INCONTRA SUA MADRE
† «Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose nel suo cuore» (Lc 2,19).
La tenerezza è ciò di cui abbiamo bisogno prima di venire al mondo, durante l’esistenza e soprattutto quando lasciamo questo mondo.
– Signore Gesù, donaci di diventare per te come una madre tenera e tenace nel difendere la vita in questa cultura di morte. Come Maria, la serva del Signore, vogliamo ancora metterci in viaggio verso la montagna del Calvario per sostenere la speranza oltre ogni umana aspettativa. Aiutaci a riconoscerti nei nostri fratelli più piccoli, sfigurati e scartati. Donaci di accoglierti nella nostra casa tra le cose preziose del cuore, per vincere ogni tentativo del male con la forza della tenerezza. Purifica il nostro cuore perché possiamo rivolgerti a te con amore.
Canto: Gesù incontra Maria.
V STAZIONE – GESÙ È AIUTATO DA SIMONE DI CIRENE
† «Mentre lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù» (Lc 23,26).
La solidarietà è frutto della scelta di servire Dio nei fratelli, è il segno di una predisposizione naturale a farsi carico dell’altro, anche quando non siamo in condizione di scegliere.
– Signore Gesù, vogliamo portare la croce di noi stessi dietro di te, per imparare da te a essere sempre più umani. La vita ci interpella e talora ci costringe in modo imprevisto e persino fastidioso a cambiare programma per farci prossimi della sofferenza e del bisogno degli altri. Donaci un cuore formato dalle attività quotidiane della nostra vita, che ci renda sensibili e disponibili a dare una mano, a prestare una spalla, a perdere un po’ del nostro tempo, perché chi soffre ed è umiliato si senta meno solo.
Canto: Dammi tu la tua croce, Gesù.
VI STAZIONE – UNA DONNA ASCIUGA IL VOLTO DI GESÙ
† «Mi alzerò e farò il giro della città per le strade e per le piazze; voglio cercare l’amore dell’anima mia» (Ct 3,2-4).
Ci vuole coraggio a forzare i luoghi comuni e gli sguardi scontati per andare incontro all’altro con amore, per accoglierne il dolore e riconoscere il volto di fratello.
– Signore Gesù, infondi in noi il coraggio di essere fedeli al nostro cuore, non lasciare che la paura paralizzi la nostra compassione. Fa che non ci manchi mai l’audacia di pensare con la nostra testa, di sentire a partire di ciò che il cuore ci fa intuire, di agire secondo ciò che la nostra anima ci impone. Imprimi dentro di noi il tuo volto, perché sulle strade sofferte della vita di tanti uomini e donne sappiamo offrire uno sguardo diverso, pronto a decidere partendo dalle esigenze di un amore concreto e misericordioso.
Canto: Gesù seguito dalla Veronica.
VII STAZIONE – GESÙ CADE LA SECONDA VOLTA
† «Ed ecco che il Signore passò. Dopo il terremoto, un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco, il sussurro di una brezza leggera» (1Re 19,11-12).
Sotto la croce siamo chiamati e obbligati ad assumere lo stile del vangelo che mai si impone con la violenza, ma si propone con discrezione e semplicità.
– Signore Gesù, insegnaci l’arte della discrezione che è un volto inconfondibile dell’amore. Quando ci sentiamo oppressi dal peso della mania di protagonismo e oberati dal malsano bisogno di giudicare in modo rigido e violento, passa ancora nella nostra vita con la brezza leggera del tuo amore e rendi il nostro cuore mite e umile come il tuo. Donaci la sapienza di saper distinguere il rigore dalla rigidità, di non confondere la fedeltà con la violenza, di dare tempo all’amore di maturare, come vino buono custodito nelle botti di una pazienza temprata, ma non indurita.
Canto: Ancora una volta giù.
VIII STAZIONE – GESÙ INCONTRA LE DONNE IN PIANTO
† «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Perché se si tratta così il legno verde, che avverrà del legno secco?» (Lc 23,28.31).
Nemmeno il dolore e l’estrema umiliazione impediscono al Signore Gesù di richiamarci a conversione: non basta commuoversi fino alle lacrime, bisogna scegliere il suo Vangelo.
– Signore Gesù vogliamo piangere davanti al tuo dolore e alla tua umiliazione; non possiamo che piangere davanti a troppo dolore e troppa umiliazione; non sappiamo che piangere davanti a quella sofferenza, che ci portiamo dentro da sempre e che, talora, abbiamo persino paura di nominare. Fermati accanto a noi e aiutaci a imparare da quello che soffriamo, per passare dal piangere al vivere la nostra fede in modo consapevole e responsabile.
Canto: Gesù piangiamo su di te.
IX STAZIONE – GESÙ CADE LA TERZA VOLTA
† «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me che sono mite e umile di cuore» (Mt 11,28-30).
Nella Passione il Signore ha resistito alla tentazione di smettere la sua mitezza per manifestare la sua potenza: così avrebbe vinto, ma non sarebbe stato sé stesso e noi non saremmo stati salvati.
– Signore Gesù, quando la strada sembra allungarsi infinitamente e la fatica sembra diventare insopportabile e insopprimibile, fa che ci ricordiamo delle tue cadute per prendere fiato e continuare ad avanzare, persino quando tutto si ferma in noi e attorno a noi. Ancora oggi veniamo a te, compagno di strada, e ti presentiamo la nostra vita piena di fatiche e di stanchezze, perché possiamo portarla con grazia, con cuore mite e umile.
Canto: Gesù cadi la terza volta.
X STAZIONE – GESÙ È SPOGLIATO DELLE VESTI
† «I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti – una per ciascun soldato – e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo» (Gv 19,23-24).
Nel momento della sua Passione il Signore si è lasciato spogliare, come un bambino che non si vergogna della propria nudità ed è pienamente libero nella sua umanità.
– Signore Gesù, elimina in noi quelle ansie che ci spingono a moltiplicare le maschere e i teatri di presunte dignità e che nascondono, in realtà, il nostro male di vivere e la nostra fatica a convivere. Vogliamo ammirarti e adorare la tua bellezza ferita e umiliata, in cui risplende la forza del tuo amore che si consegna come un bambino nella semplicità, nella verità, nel pieno e sereno abbandono. Ricorda e insegna al nostro cuore di darsi totalmente.
Canto: Ma la tua nudità.
XI STAZIONE – GESÙ È CROCIFISSO
† «Gesù diceva: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”. Il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: “Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto”» (Lc 23,34.35).
I chiodi, che straziano la carne di Cristo, in realtà lo fissano alla croce in un abbraccio che rivela ciò che più gli sta a cuore: il suo perdono per noi.
– Signore Gesù, vogliamo assumere i tuoi stessi sentimenti e il tuo stesso atteggiamento, perché i chiodi e le spine che lacerano la nostra vita diventino segni del nostro amore e non traccia dell’odio che cerca di contaminarci. Quando siamo obbligati, costretti, immobilizzati, fa’ che non dimentichiamo che il nostro cuore rimane libero per continuare ad avere fiducia in te. Aiutaci a riconoscere il male che ci inchioda e a vivere fiduciosi nel bene.
Canto: Gesù, ti vedo crocifisso.
XII STAZIONE – GESÙ MUORE IN CROCE
† «Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: “È compiuto!”. E, chinato il capo, consegnò lo spirito» (Gv 19,30).
Il Signore Gesù muore, assumendo il grido di ogni nostra disperazione che si trasforma nel sussurro di una parola d’amore.
– Signore Gesù, accogliamo il tuo ultimo respiro come brezza leggera, che gonfia le vele delle nostre vite e le spinge al largo. Non fuoco, né tempesta, né terremoto, ma solo un fremito che conferma l’amore donato fino all’ultima stilla. Mentre con tua Madre e l’intera umanità, raccogliamo il tuo ultimo respiro nella coppa della nostra amorosa memoria, donaci di accogliere il tuo testamento di tenerezza, per fare della croce il crocevia della cura e della benevolenza. Liberaci dal rammarico e dalla tristezza, donaci di diventare come te dono per gli altri.
Canto: Guarda quell’uomo.
XIII STAZIONE – GESÙ È DEPOSTO DALLA CROCE
† «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco tuo padre ed io, angosciati, ti cercavamo» (Lc 2,48).
Il corpo radicalmente donato di Gesù è amorevolmente consegnato a sua madre, perché il suo sguardo ne preservi il mistero a dispetto di ogni profanazione.
– Signore Gesù, quando ormai non interessi più a nessuno e sembra che tutto sia finito, vogliamo accoglierti tra le braccia del nostro amore con tenerezza impensabile e con un amore invincibile. Ti preghiamo: donaci un cuore come quello di Maria, tua madre, perché sappiamo custodire nel nostro cuore ogni tua parola e ogni tuo gesto, senza dimenticare nulla e senza trascurare nessuno. Come Maria, addolorata ma colma di fede, donaci di piangere senza smettere di credere alla fragile forza dell’amore: vogliamo guardarti come lei e con lei custodirti in noi per la gioia di tutti.
Canto: Gesù deposto dalla croce.
XIV STAZIONE – GESÙ È PORTATO NEL SEPOLCRO
† «Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme, non destate, non scuotete dal sonno l’amore, finché non lo desideri» (Ct 8,4).
Il corpo del Signore viene sepolto con onore e amore per custodirne il mistero e sottrarlo così alla corruzione della violenza e alla sopraffazione del male.
– Signore Gesù, vogliamo lasciarti dormire e riposare, vegliato e custodito dal nostro rispettoso silenzio. Lascia che cospargiamo il tuo corpo adorabile con gli unguenti della fede e dell’amore che sa aspettare i tuoi tempi e i tuoi modi. Con tutta l’umanità e il cosmo intero, aspettiamo fiduciosi il tempo in cui ti mostrerai vittorioso su ogni morte. In attesa della risurrezione ci facciamo silenziosi compagni di ogni dolore e fallimento, di ogni delusione e disorientamento.
Canto: Gesù adesso è nel sepolcro.
XV STAZIONE – CON MARIA VIVIAMO L’ATTESA DELLA RISURREZIONE
† «Era il giorno della Parasceve e già splendevano le luci del sabato. Le donne che erano venute con Gesù dalla Galilea seguivano Giuseppe; esse osservarono il sepolcro e come era stato posto il corpo di Gesù, poi tornarono indietro e prepararono aromi e oli profumati. Il giorno di sabato osservarono il riposo come era prescritto» (Lc 23,54-56).
Mentre tutti se ne tornano alle loro occupazioni, le donne accorrono al sepolcro per cogliere un nuovo inizio ed essere le prime testimoni del Risorto.
– Signore Gesù, vincitore della morte, glorioso nella più profonda umiliazione, apri ogni nostro sepolcro e donaci di accogliere festanti i doni della tua risurrezione che ci rendono testimoni del tuo vangelo di pace: la libertà, la docilità e la compassione; la tenerezza, la solidarietà e il coraggio; la discrezione, la pietas e la mitezza; la spogliazione, la fiducia e la soddisfazione; la custodia di ogni seme, per quanto minuscolo, di speranza e il rispetto per ogni storia, anche la più oscura.
Risorgi, ancora, Signore, per noi, e noi con te!
Canto: Ave Maria.
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