Con Maria, tra le nostre case

Ringraziamo il Signore che anche quest’anno ci ha concesso di trascorrere il mese di maggio venerando più intensamente la Vergine Maria, guidati sempre con tanta amorevole cura da don Angelo, il nostro caro parroco, che ogni sera, durante l’omelia, ci ha aiutato a meditare su un aspetto particolare della vita della Beata Vergine Maria, concludendo spesso con una preghiera o un brano di antichi scritti.
Come ormai è tradizione pluridecennale della nostra parrocchia, nel mese di maggio, abbiamo pregato il Rosario e celebrato l’Eucaristia all’esterno della chiesaall’esterno della chiesa, nei cortili, tra le case del quartiere, con la preziosa collaborazione delle famiglie che dimorano nei pressi di ognuna delle quattro tappe e con le quali abbiamo pregato per tutti noi, per i cari defunti e ci siamo affidati al Cuore Immacolato di Maria.

Venite, o Maria, e degnatevi di abitare nelle nostre famiglie e nelle nostre case. Come già al vostro Cuore Immacolato fu consacrata la Chiesa e tutto il genere umano, così noi, in perpetuo, affidiamo e consacriamo al vostro Cuore Immacolato le nostre famiglie e le nostre case. Il vostro amore o Madre e la vostra benevolenza ci ottengano grazia che tutti i familiari vivano sempre in pace con Dio e tra loro.
Rimanete con noi o Santa Vergine; vi accogliamo con cuore di figli, indegni, ma desiderosi di essere sempre vostri, in vita, in morte e nell’eternità. Restate con noi, nelle nostre famiglie, come abitaste nella casa di Zaccaria e di Elisabetta; come foste gioia nella casa degli sposi di Cana; come foste madre per l’apostolo Giovanni. Portateci Gesù Cristo, Via, Verità e Vita e allontanate da noi il peccato ed ogni male.
Nelle nostre famiglie e nelle nostre case siate Madre, Maestra e Regina. Dispensate a ciascuno di noi le grazie spirituali e materiali che ci occorrono per essere santi figli di Dio; specialmente accrescete in noi la fede, la speranza, la carità verso Dio e verso il prossimo. Suscitate nelle nostre famiglie, tra i nostri cari sante vocazioni.
Siate sempre con noi, nelle gioie e nelle sofferenze, e soprattutto fate che un giorno tutti i nostri cari si ritrovino con Voi, o Madre, riuniti in Paradiso, con Gesù vostro figlio e nostro Signore che vive e regna con Dio Padre onnipotente nell’unità dello Spirito Santo. Amen.

Ecco di seguito la sintesi degli incontri nei diversi luoghi, con la preghiera del Rosario, alle 18:00, e l’Eucaristia, alle 18:30. Le musiche, per accompagnare i canti, sono stati eseguite dai Maestri Pierluigi Romeo e Teresa Surace. L’allestimento tecnico audio è stato curato da Fabio Versaci e Cosimo Placanica.

Lunedì 5 – Via Nicola Manfroce, 61 – Maria, Vergine del Cenacolo

Il mese di maggio è iniziato con la Chiesa orfana della sua guida terrena per la morte di papa Francesco. Abbiamo celebrato nel cortile delle palazzine INA dove dimorano anche le nostre suore Serve di Maria Riparatrici. Eravamo un po’ tristi per la morte di papa Francesco e abbiamo invocato lo Spirito Santo per i cardinali riuniti in Conclave.
Convocati dall’amore di Dio nostro Padre, abbiamo contemplato Maria, Vergine del Cenacolo, notando la bellezza della concordanza di tempi tra Maria nel Cenacolo che prega con gli Apostoli e la Chiesa in preghiera per i cardinali riuniti in Conclave. Senz’altro con i cardinali c’è Maria nella preghiera; Maria prima discepola di Gesù, Maria che guida la Chiesa del suo Figlio, che intercede i doni dello Spirito.
Nel Battesimo, nella Cresima e poi ogni volta che celebriamo l’Eucaristia si rinnova per ciascuno di noi questo dono immenso: lo Spirito di Dio che, come gli apostoli, ci consente di essere testimoni del Signore nel nostro tempo, il tempo della Chiesa, tempo in cui siamo in attesa della sua venuta.
Maria, gli apostoli e i discepoli riuniti nel cenacolo erano tutti assidui e concordi, avevano un solo cuore. Un solo cuore! Ecco la comunione che vale più di ogni altra virtù perché la comunione ci raccorda direttamente con Dio che è Padre e Figlio e Spirito Santo.
Maria continua a pregare per noi, a invocare ogni bene dal suo figlio Gesù e come stava ai piedi della croce del Figlio, così è accanto a noi nei momenti delle nostre croci, ogni giorno, nelle nostre malattie, nelle nostre sofferenze, nei nostri lutti, nei nostri problemi, in ogni avversità che tocca il nostro cuore, la nostra famiglia.

Lunedì 12 – Viale della Libertà, 44 – Maria, Sede della Sapienza

Accolti nel giardino delle famiglie Zappia-Loschiavo, abbiamo pregato con la gioia nel cuore e già tanto affetto per papa Leone XIV, il nuovo successore di Pietro. Ci siamo radunati nel nome del Signore per lodare Dio per il dono di Maria, contemplandola come Sede della Sapienza. Nel cuore di Maria alberga il Santissimo, l’Altissimo, il Figlio di Dio e prima ancora che il Verbo di Dio prendesse carne nel suo grembo, nel cuore di Maria dimorava la parola santa e sapiente di Dio nostro Padre. “Sarai la madre di mio Figlio”, dice il Padre a Maria e Maria dice di sì, con sapienza, con prudenza, con amore infinito.
Gesù è la vera Sapienza, quella che già il Siracide aveva descritto come se fosse una persona. Sapienza che si gloria davanti a Dio, sapienza che è, allo stesso tempo, davanti a Dio e in mezzo al suo popolo, che proclama di se stessa: “Sono uscita dalla bocca dell’Altissimo, generata prima di tutte le creature”. Gesù spuntato dalla bocca dell’Altissimo fu generato prima di tutte le creature, poiché non è creatura, è creatore insieme al Padre e allo Spirito.
Gesù, Sapienza divina, ci ha invitati: “Avvicinatevi tutti a me”, voi che desiderate, saziatevi dei miei frutti, quanti si nutrono di me avranno ancora fame, quanti si dissetano di me avranno ancora sete, ascoltando la parola di Dio che è più dolce del miele, non ci stanchiamo mai di crescere nella conoscenza, poiché più ascoltiamo la parola di Dio e più abbiamo fame della stessa. La parola di Dio, che scaturisce dalla Sacra Scrittura, è un pozzo senza fine e più scaviamo in profondità e più conosciamo e attingiamo all’amore del Signore.
Siamo nel tempo pasquale ma il vangelo che abbiamo ascoltato ci ha portato invece al tempo natalizio, alla nascita di Gesù, a Betlemme, la casa del pane. Il pane che si cucinava nella famiglia di Nazareth era anzi tutto quello della sapienza. Il pane del dire di sì a Dio: di Maria che dice di sì a Gesù e a Giuseppe; di Giuseppe che dice di sì a Gesù e a Maria e di Gesù, che dice di sì a Giuseppe e a Maria. Gesù “stava loro sottomesso” pur sapendo di essere il figlio di Dio e viveva nel servizio dei suoi genitori.
Con i pastori anche noi siamo chiamati ad avvicinarci alla casa e alla grotta di Betlemme, andiamoci senza indugio, in fretta, non si può perdere tempo per servire il Signore, per adorare il Signore e poi portare Gesù, il Pane della salvezza, ai fratelli. Quando celebriamo fuori dall’edificio della chiesa – ci ha ricordato don Angelo – non abbiamo la presenza eucaristica, non abbiamo il tabernacolo, ma Gesù è in mezzo a noi con la Parola, è presente in noi che siamo Chiesa, è presente nel presbitero e infine, dopo la consacrazione, è presente nel sacramento dell’Eucaristia.
Il cuore di Maria possa dare serenità, unità, stabilità al nostro cuore, possa farci crescere sempre di più nella sapienza della vita e ci doni di mettere sempre il Signore al primo posto, di scegliere ciò che è bene nella nostra vita, illuminati dallo Spirito e di aiutare anche gli altri a scegliere il bene, ad amare sempre più il Signore che è la nostra vera gioia.

Lunedì 19 – Via Nicola Manfroce, 93 – Maria, Salute degli infermi

Ospitati dalla famiglia Musolino e dalle altre famiglie del condominio, come ogni 19 del mese, abbiamo invocato nella preghiera del Rosario l’intercessione forte di san Giuseppe per ciascuno di noi e i nostri cari. Nell’Eucaristia abbiamo guardato a Maria, Salute degli infermi, con lei siamo presso la croce di Gesù perché ogni infermità, ogni malattia, ogni sofferenza ci conduce appunto sotto la croce; ma lì, nelle tribolazioni, non siamo soli, siamo parte della Chiesa di Dio e con noi c’è Maria, c’è Gesù, c’è la Chiesa santa di Dio, che condivide le nostre sofferenze.
Nel vangelo abbiamo ascoltato Gesù che sulla croce spogliato anche delle vesti, ulteriore gesto di umiliazione da parte dei romani, ci regala l’ultimo tesoro del suo cuore, si spoglia anche dell’affetto sacro della propria mamma e ci dona Maria attraverso Giovanni, l’apostolo amato, e tutti noi siamo invitati a rispondere all’affidamento che Gesù ci ha fatto sulla croce e, come Giovanni, siamo chiamati ad accogliere il tesoro che Gesù Crocifisso ci consegna: la propria mamma.
Dopo averci consegnato Maria, ecco che Gesù compie le scritture, dice “ho sete” e gli danno l’aceto. In questo aceto ci sono tutte le sofferenze che Gesù beve per l’ultima volta; le ha portate sulle spalle nel legno della croce, le ha portate prima ancora nella preghiera nel Getsemani, sudando sangue, ed ecco adesso beve l’aceto e si affida totalmente al Padre dicendo “è compiuto” e chinando il capo consegna lo spirito. L’ultimo gesto della vita terrena di Gesù è quello di consegnare lo spirito al Padre.
Dio, creandoci e poi nel Battesimo, ci ha donato il suo Spirito, quando moriamo noi glielo riconsegniamo, nell’ultimo respiro lo riconsegniamo a Dio e Dio lo custodisce; in quel respiro, in quello spirito, custodisce la nostra anima, fino al giorno della risurrezione quando il nostro corpo, anche se nel frattempo sarà diventato polvere, risorgerà e si unirà alla nostra anima e tutta la persona corpo, anima, spirito risorgerà e per sempre sarà nel Signore.

Lunedì 26 – Vico Neforo, 3 (Arena) – Maria, Regina degli Apostoli

Nella bella arena delle palazzine nuove, abbiamo celebrato l’Eucaristia ammirando Maria, Regina degli apostoli. San Luca scrive negli Atti degli Apostoli che dopo l’Assunzione in cielo di Gesù, tornano a Gerusalemme, al cenacolo e vanno al piano superiore, dove abitavano. Gli apostoli con Maria abitano nel cenacolo, abitano cioè nel luogo dove hanno celebrato l’Eucaristia; la Chiesa si riunisce dove c’è l’Eucaristia! E tutti insieme erano assidui e concordi.
Assidui significa sempre, quotidianamente, con grande fedeltà, ma non basta solo la presenza ci vuole la concordia, ci vuole l’unità, l’unità del cuore, la comunione del cuore, ricordiamo tutti che la comunione è la virtù più grande poiché la comunione ci rimanda a Dio, Santissima Trinità, comunione infinita di amore. Sono fedeli, con un cuore solo, nella preghiera, non sono lì per altro. L’assemblea della Chiesa si riunisce per pregare e lodare il Signore, senza interessi umani. Pregare per sé, per gli altri, per i nostri cari defunti, come facciamo anche noi che preghiamo per tutti i nostri cari fratelli e sorelle defunti che ricordiamo sempre con grande affetto, oggi in particolare Mariella Raffa, che si prodigava nell’organizzare la celebrazione eucaristica in questo luogo: possa dal cielo pregare insieme a noi.
Per descrivere il dono dello Spirito, san Luca dice “come di vento” e “come di fuoco”. Ci ricorda così ciò che è più vicino alla nostra esperienza, ma non è semplicemente vento e fuoco, piuttosto è lo Spirito di Dio che si manifesta come alito di vita, è spirito creatore e santificatore ed è fuoco, potenza di Dio, fuoco che distrugge ciò che è paglia e rinforza invece ciò che è nobile, come l’oro.
Questo fuoco si divide e si posa su ciascuno; è lo stesso Spirito che riempie della sua forza, della sua potenza, della sua benedizione ciascuno, il dono di Dio è per ciascuno. Dio ci ama così come siamo, in maniera singolare, unica. Da quel momento tutti furono ricolmi di Spirito Santo e cominciarono a testimoniare con la vita e con la parola l’amore del Signore. L’Amore che li ha visitati, li ha resi per sempre testimoni della risurrezione, testimoni dell’amore di Dio.
Nel vangelo abbiamo contemplato le nozze di Cana alle quali è invitata Maria e quindi sono invitati anche Gesù e i discepoli poiché dove c’è Maria c’è Gesù e c’è la Chiesa, i discepoli. Non possiamo dividere il Figlio dalla Madre e la Madre dal Figlio, non possiamo dividere Gesù dalla Chiesa né la Chiesa da Gesù. La Chiesa è corpo di Cristo, lui è il capo, la testa, e noi siamo tutto il suo corpo e la prima di questo corpo è Maria, poi san Giuseppe, gli apostoli, i discepoli, i martiri e infine, in fondo, in fondo ci siamo tutti noi; in fondo, ma ci siamo, tutti noi siamo membra del corpo di Cristo che è la Chiesa.
Spesso diciamo la Chiesa, ma in realtà stiamo parlando degli uomini e delle donne che ne fanno parte. La Chiesa non si risolve nelle singole persone, la Chiesa è l’umanità di tutti i redenti e sappiamo che la prima dei redenti è la Vergine Santissima.
Maria che partecipa alle nozze ha un cuore attento e si accorge che manca il vino e invita Gesù: “Non hanno più vino”. Anche oggi Maria si accorge di ciò che manca di più santo, di più nobile, di più bello nella nostra vita e lo dice al suo figlio Gesù perché ci riempia della sua grazia, della sua bontà e della sua misericordia. Non ci deve stupire la risposta di Gesù a Maria: “Che ho da fare con te, o donna, non è ancora giunta la mia ora?”. Gesù chiama donna Maria, perché Ella è la donna del sì e attraverso il suo sì supera la donna del no a Dio, che è stata Eva, la madre di tutti i viventi.
In Maria è rappresentata la donna nuova, la donna che dice di sì a Dio, che accoglie il suo progetto di donarci il suo figlio Gesù. Anche se Gesù dice a Maria “non è ancora giunta la mia ora”, con un chiaro riferimento all’ora della sua passione e morte, compie il prodigio del mutare l’acqua in vino secondo la parola di Maria che dice ai servi: “Fate quello che vi dirà”.
Queste sono le ultime parole di Maria consegnateci dal vangelo. Esse valgono per sempre, per ciascuno di noi. Maria ci rimanda sempre a Gesù, lei, donna obbediente, Regina degli Apostoli, ci invita ad ascoltare Gesù per essergli servi fedeli e obbedienti, che obbediscono a Gesù riempiendo di acqua le giare e poi si accorgono del prodigio versando il vino.
Ci aiuti Maria nell’ascoltare e servire fedelmente Gesù, affinché possa tramutare l’acqua della nostra vita in vino nuovo, il vino dell’Eucaristia, il vino della gioia, il vino della benedizione del Signore per tutti noi.

Graziella Gerico